Il dito e la luna. La questione educativa, il soluzionismo di maniera* e l’atavica assenza di una “cultura della responsabilità”
Ogni volta che accade – purtroppo da tanti anni, accade molto spesso – si rimane storditi, senza parole, provando a comprendere un dolore che non è comprensibile né tanto meno immaginabile. Quante Persone ma, soprattutto, quanti giovani coinvolti, protagonisti ma anche vittime…che sono (soprattutto) figli e figlie, nipoti, amici e amiche, talvolta alunni e/o alunne, studenti e/o studentesse.
Una strage, una serie di stragi continue, (apparentemente) inarrestabili e che chiamano in causa diversi fattori, numerose variabili e saperi, oltre che molte questioni, tutte intimamente correlate, interdipendenti e interconnesse: dai ruolo dei media e dei social alle varie forme di dipendenza (ho parlato, in passato, di “società dello stordimento collettivo”), dal legame sociale alla crisi, ormai acclarata, delle agenzie di socializzazione; dalla condizione sistemica di incertezza, precarietà e vulnerabilità sociale al futuro delle nuove generazioni.
Temi e questioni che, a tutti i livelli dalla prassi organizzativa e sociale, continuiamo ad affrontare adottando schemi, modelli, strumenti di analisi e intervento, approcci, epistemologie, paradigmi, del tutto inadeguati, per non dire obsoleti.
Devo rilevare – ahimè, come quasi trent’anni fa – come l’aspetto ancor più inquietante sia il livello di consapevolezza, estremamente critico e preoccupante, della dimensione, ancora una volta, complessa e sistemica dei problemi da affrontare; un basso, bassissimo livello di consapevolezza testimoniato, evidenziato, tra le tante cose, anche dalla consueta superficialità delle tesi proposte e dall’inadeguatezza delle relative soluzioni.
Nella migliore delle ipotesi, ci si ritrova (tuttora) davanti alla ricerca ossessiva di una riduzione e/o di una semplificazione delle questioni che, inevitabilmente, sfocia, nello specifico, nell’individuazione di “strumenti/strategie” e di “soluzioni” di facile percorribilità e realizzazione (logiche di “breve periodo”) che il dibattito pubblico accoglie, ogni volta, con grande emotività e assenza di una visione davvero critica e sistemica. Anche da parte della Politica che, come noto, per tante ragioni, continua a perseguire soltanto obiettivi di breve periodo, si tende a ricadere nelle scelte di sempre.
Un dibattito pubblico (e mediatico) capace di coinvolgere, anche emotivamente, delle opinioni pubbliche che, fin da prima dell’avvento della cd. rivoluzione digitale (un discorso che vale anche per i cd. esperti – sono rarissime le eccezioni), continuano, a loro volta, ad alimentare le analisi e le interpretazioni riduzionistiche e deterministiche proposte dall’ecosistema della comunicazione. In molti casi, tali interpretazioni sono ri-proposte/ri-formulate, in chiave aggiornata, proprio dai cd. “esperti” che – a mio avviso – dovrebbero fornire anche delle chiavi di lettura funzionali a definire strategie differenti e, nello specifico, “soluzioni” alternative a quelle tradizionali proposte, non soltanto a livello prassi organizzativa, politica, sociale.
In questo caso, mi sto riferendo, evidentemente, anche, ma non soltanto, alla strage continua determinata dagli incidenti automobilistici (ed ai tanti fattori/variabili cui sono riconducibili) che, ancora una volta – sono il sintomo e non la patologia (sintomo documentato, per fare un esempio, anche da ciò che accade nei social e, più in generale, online), di un disagio sociale profondo, di un malessere e di una sofferenza sociale che molti adolescenti e molti giovani vivono, provano ad abitare, probabilmente ancor più scossi dopo la emergenza globale e sistemica della pandemia; un malessere ed una sofferenza che continuano a crescere e andare avanti da tantissimi anni – in maniera trasversale rispetto alle condizioni di benessere sociale – e che, da sempre, chiamano in causa – ancora una volta – la ben nota e, allo stesso tempo, (tuttora) sottovalutata, “questione educativa e culturale”.
E, ancor di più, chiamano in causa anche la nostra capacità (a molteplici livelli della prassi organizzativa e sociale: come sistemi sociali, come istituzioni educative, come agenzie di socializzazione, come “mondi di vita”) di co-costruire una “cultura della responsabilità e della prevenzione” (questione cruciale che, peraltro, riguarda da vicino moltissime altre questioni relative alla Società e al legame sociale).
Quanto sta accadendo, non da oggi, è l’ennesima conferma – se ancora ce ne fosse bisogno – dell’affermazione egemonica di valori individualistici, del conseguente indebolimento del legame sociale, del declino delle agenzie/istituzioni educative e, allargando lo sguardo, del sostanziale fallimento dei modelli e dei processi educativi e di co-costruzione della Persona e dei futuri Cittadini.
Istituzioni e processi educativi che – come ripeto da tantissimi anni – andrebbero ripensati/re-immaginati in maniera radicale, e non con operazioni di etichettamento e/o di facciata (marketing).
Gli obiettivi “alti”, e di “lungo periodo”, dell’educazione e dei processi educativi sembrano, da questo punto di vista, essere stati completamente smarriti e, in ogni caso, disattesi.
Si tratta di temi e questioni che, oltretutto, tanto per cambiare, continuiamo ad affrontare adottando riduzionismi e determinismi vari, oltre alle vecchie e consolidate logiche di emergenza, sorveglianza e controllo che sfociano, inevitabilmente, nell’alimentare una “cultura della paura, dell’emergenza continua e dell’insicurezza” che, in questi ultimi decenni, ha mostrato tutta la sua inadeguatezza.
Questioni e problemi complessi (che non significa “più difficili” o che sfuggono al riconoscimento delle responsabilità, anzi!) che continuiamo a tentare di contrastare senza un Pensiero adeguato e (sempre) all’insegna delle ben note strategie di “breve periodo”.
Perché di “lungo periodo” se ne parla, ormai, da oltre trent’anni. Appunto, “se ne parla” … con il coinvolgimento esclusivo dei saperi e delle competenze di sempre, senza oltretutto aver minimamente provato a modificare approcci, epistemologie, metodologie, sistemi di pensiero.
Appare quanto mai evidente come stiamo continuando, quasi ipnotizzati da certo “soluzionismo di maniera” – e, in senso più ampio, da quelle che ho definito, in tempi non sospetti, “grandi illusioni della civiltà ipertecnologica”(1996) – a guardare il dito e non la luna.
Al solito, manca il tempo, tanto per cambiare, per approfondire adeguatamente questioni di così vitale importanza.
___________________________________________
Con l’occasione, provando ad allargare lo sguardo, ri-condivido alcuni vecchi saggi e pubblicazioni scientifiche che affrontano (appunto) temi e questioni che, soltanto, ad uno sguardo poco attento e/o superficiale, possono apparire slegati uno dall’altro, separabili e distinti, in vista – come ribadito più volte nel tempo – di facili “soluzionismi” di maniera:
- “L’innovazione di un Paese è la sua cultura della responsabilità”
🌎 pierodominici.nova100.ilsole24ore.com/2016/07/13/lin…
————
- “Prendersi cura della Società”
🌎 https://pierodominici.nova100.ilsole24ore.com/2020/09/20/prendersi-cura-della-societa/
———-
- “L’ipercomplessità e una crisi non soltanto economica. Ripensare il sapere e lo spazio relazionale”
“Ciò che emerge dalle evanescenti norme sociali è un ego messo a nudo, atterrito, aggressivo, alla ricerca di amore e aiuto. Nella ricerca di se stesso e di una socialità benevola, si perde facilmente nella giungla dell’io. […] Chi arranca nella nebbia del proprio io non è più in grado di notare che tale isolamento, tale «segregazione dell’ego» è una condanna di massa”.
Ulrich Beck, On the Mortality of Industrial Society , in Ecological Enlightenment: Essays on the Politics of the Risk Society, 1995
Citato anche da Zygmunt Bauman nell’opera “Modernità liquida” (2000)
ALCUNI BRANI ESTRATTI:
“Individualismo, fine del legame sociale e del vincolo di appartenenza alla Comunità. Storie di precarietà e incertezza divenute, ormai per molte persone, condizioni esistenziali…una crisi non soltanto economica, aggravata dall’indebolimento del tessuto sociale e dei meccanismi sociali della cooperazione e della fiducia; in molti casi, dalla stessa percezione di una solitudine che non è “visibile” e non fa rumore e dall’assenza di una rete sociale di sostegno. Si tratta di questioni cruciali che studio da anni ma che, soprattutto, ci riguardano tutti/e da vicino.
Passatemi la #semplificazione (perché le questioni vanno sempre sciolte, evidenziandone la complessità e i molteplici nessi di causalità/livelli di connessione): proprio nella cd. società della comunicazione e delle reti, che sono riproduzione ed estensione di quelle preesistenti all’interno dei sistemi sociali (1998), assistiamo – con qualche timido segnale di risveglio, che puntualmente si verifica dopo crisi e/o disastri (cfr. letteratura sul tema del capitale sociale e della fiducia) – all’indebolimento del tessuto sociale e di quei “dispositivi” che rendono possibile la coesione sociale (culture e modelli culturali compresi).
Non a caso se, da una parte, abbiamo parlato di trasformazione antropologica, di nuovo ecosistema (1996) e di un individuo sempre più libero e autonomo (?), dall’altra, non abbiamo potuto fare a meno di rilevare come sia anche sempre più “isolato” nelle scelte e nel riferimento a sistemi di orientamento valoriale e conoscitivo, già di per sé indefiniti e frammentari.
Tornano attuali, mai come ora, categorie concettuali come “anomia” (Durkheim) e “vuoto etico” (Jonas) e, forse, per provare a comprendere la “natura” complessa e ambigua del mutamento in atto, occorre ripartire proprio da quel progetto della modernità che ha prodotto non soltanto emancipazione, delle masse e delle “nuove soggettività”, ma anche “forze centrifughe” e disgreganti (Dominici 2003,2005,2014).
È la “società interconnessa”(connessione vs. comunicazione) basata su un’economia politica dell’insicurezza (politiche, welfare etc.) e su opportunità che per ora riguardano, esclusivamente, èlite e gruppi ristretti legati a saperi esperti (architettura aperta ma reti chiuse) (1998); anche su questo abbiamo lavorato molto ma c’è ancora tantissima strada da percorrere (assenza di politiche -> lungo periodo) e richiede un cambiamento culturale radicale che coinvolga più livelli.
Inclusione, cittadinanza digitale, democrazia…società della conoscenza sono ancora ‘lontane’ e, sempre più spesso, l’impressione è che si navighi a vista, oltretutto con un preoccupante ridimensionamento della sfera dei diritti individuali e collettivi che viaggia di pari passo con il ruolo di una Politica sempre più marginale e sempre meno autonoma dalla sfera economico-finanziaria.
Il pericolo serio e concreto è quello di continuare a interpretare ed affrontare questa crisi, così drammatica, affidandosi a spiegazioni riduzionistiche e deterministiche e, contemporaneamente, sottovalutando la “questione culturale” e uno dei grandi “mali” del nostro tempo, ad essa correlato: l’indifferenza (1998)” (CONTINUA)
#CitaregliAutori
——-
- “Etica e Educazione per una soluzione della “questione culturale” #NextLearning
______________
Infine ….
Vecchia conversazione con l’Huffington Post, relativa anche all’approccio che sviluppo (didattica, ricerca, alta formazione) da quasi trent’anni ormai: “La proposta di Piero Dominici: “La cultura della complessità come cultura della responsabilità“. Anche con riferimento a chi, anche tra i cd. “esperti”, continua ad associare, in maniera talvolta ingannevole e fuorviante, la complessità – lo sguardo, il pensiero e l’epistemologia che la contraddistinguono – con le dimensioni della confusione e dell’irresponsabilità diffusa.
- L’evoluzione complessa**: la civiltà tecnologica tra bisogno di sicurezza e solidarietà della paura**. #Libertà vs #sicurezza …| https://pierodominici.nova100.ilsole24ore.com/2015/12/23/levoluzione-complessa-la-civilta-tecnologica-tra-bisogno-di-sicurezza-e-solidarieta-della-paura/
Sulla questione educativa e culturale…
- Un’inclusione per pochi. La civiltà ioertecnologica verso la “società dell’ignoranza?” (cit.) http://pierodominici.nova100.ilsole24ore.com/2018/03/08/uninclusione-per-pochi-la-civilta-ipertecnologica-verso-la-societa-dellignoranza-1996/ via Il Sole 24 Ore
- https://nextlearning.it/2017/11/02/prendersi-cura-le-due-culture/ via Next Learning
- https://gianfrancomarini.blogspot.com/2016/12/nel-labirinto-della-societa.html
- Il “grande equivoco” (cit.) http://pierodominici.nova100.ilsole24ore.com/2016/12/08/il-grande-equivoco-ripensare-leducazione-digitale-per-la-societa-ipercomplessa/ via Il Sole 24 Ore
- “Ripensare l’educazione nella civiltà iperconnessa” https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/ripensare-leducazione-nella-civilta-iperconnessa-cosa-significa/ via Agenda Digitale
⬇️⬇️⬇️
Uno degli articoli scientifici in italiano:
La #modernità complessa tra istanze di emancipazione e derive dell’individualismo: la #comunicazione per il legame #sociale
#PeerReviewed #ricerca #ScienzeSociali #sociologia #filosofia #complessità #CitaregliAutori
Abstract
The current chaotic and disordered social systems are undergoing a further (critical) phase of change, marked by the advent of the interconnected economy, something which is drawing attention to several issues regarding citizenship. Under discussion are the new opportunities for emancipation being offered by the widespread knowledge that is fuelling the networks of social protection and promotion: links of interdependence and interconnection are intensifying even if some observers continue to hypothesize the possible end of the social bond. The old industrial model based on consolidated assets, hierarchies, logics of control and closure to change appear to be on the point of being broken up by the new knowledge ecosystem. On the other hand, we are living in an age which is being increasingly marked by the breakup of the systems of belonging and belief – the real and true producers of collective and individual identity – and by the consequent affirmation of individual and utilitarian values. This sort of ‘tyranny of the individual’ is presenting itself as a real and proper centrifugal force, a force capable of corroding the ties within social systems’ and thereby of testing their resilience. Further confirmation of this process of progressive weakening and disintegration is to be found in the widespread deficit of social and political participation which is itself being fuelled by a climate of general mistrust towards all the (formal and informal) institutions that were previously the sole agents responsible for the transmission of value- and knowledge systems. The thesis that we will attempt to argue is therefore the following: the individualism that is dominating our social systems is the result, to some degree the inevitable result, of the process/project of emancipation that has been carried forward during the course of modernity.
in Rivista scientifica “Studi di Sociologia”, n.3, Anno 2014
#PeerReviewed #research
Un approccio e percorsi di ricerca dal’95
Links to articles peer reviewed
Life, study and scientific research cannot be kept separate (an old illusion). And so, as always…
I share with pleasure a (very) short selection of scientific publications:
1.From Emergency to Emergence. Learning to inhabit complexity and to expect the unexpected”, in
Scientific Journal “Class A”.
🌎 Pdf https://academia.edu/resource/work/99942554
⬇️⬇️⬇️
2. “Beyond the Darkness of our Age. For a Non-Mechanistic View of Complex Organization as Living Organisms” in #RTSA
http://rtsa.eu/RTSA_2_2022_Dominici.pdf?fs=e&s=cl #PeerReviewed
“The distinction between ‘society-mechanism’ and ‘society-organism’ – on which I have been working and doing research for many years – is linked to the confusion we continue to make, in educational, social, economic, social and cultural terms, between ‘complicated systems’ (manageable, predictable) and ‘complex systems’ (unpredictable, irreversible and marked by ‘emergent properties’).
La distinction entre “société-mécanisme” et “société-organisme” – sur laquelle je travaille et fais des recherches depuis de nombreuses années – est liée à la confusion que nous continuons à faire, en termes éducatifs, sociaux, économiques, sociaux et culturels, entre “systèmes compliqués” (gérables, prévisibles) et “systèmes complexes” (imprévisibles, irréversibles et marqués par des “propriétés émergentes”)”
#QuotetheAuthors #CitaregliAutori
_________________
3. Dominici, P. The weak link of democracy and the challenges of educating toward global citizenship. Prospects (2022). UNESCO
Here’s the link: https://link.springer.com/article/10.1007/s11125-022-09607-8#citeas
Springer Nature – #PeerReviewed
👉 https://doi.org/10.1007/s11125-022-09607-8
________
Research Article
4. ”The Digital Mockingbird: Anthropological Transformation and the “New Nature”, in World Futures.The Journal of New Paradigm, Routhledge, Taylor & Francis, Feb. 2022.
#PeerReviewed Routhledge #research #transdisciplinarity #education #AI #FutureofEducation #ComplexSystems #EducationForAll #PeerReviewed
https://doi.org/10.1080/02604027.2022.2028539
_______________
5. ”La Gran Equivocación: Replantear la educación y la formación virtual para la “sociedad hipercompleja”, in “Comunicación y Hombre”.Número 18. Año 2022
https://doi.org/10.32466/eufv-cyh.2022.18.701.23-38
https://academia.edu/resource/work/71194859
#PeerReviewed
__________
6. ”Beyond the Darkness of our Age. For a Non-Mechanistic View of Complex Organization as Living Organisms” in RTSA
http://rtsa.eu/RTSA_2_2022_Dominici.pdf?fs=e&s=cl #PeerReviewed
____________
7, ”From Below: Roots and Grassroots of Societal Transformation, The Social Construction of Change”, in CADMUS, 2021 #PeerReviewed
“That systemic change must begin from grassroots communities and single individuals and groups, and by definition can never be a top-down imposition, implicates a necessary rethinking of our educational institutions, which are still based on logics of separation and on “false dichotomies” (quote)
http://cadmusjournal.org/article/volume-4/issue-5/essay5-social-construction-change
———————-
8. “Educating for the Future in the Age of Obsolescence”,
This article was peer-reviewed and selected as one of the “outstanding papers” presented at the 2019 IEEE 18th International Congress.
https://academia.edu/resource/work/44784439
—————————
9. ”For an Inclusive Innovation. Healing the fracture between the Human and the technological*” #PeerReviewed
“Objects as Systems. The strategic role of Education”
https://link.springer.com/article/10.1007/s40309-017-0126-4/ in European Journal of Future Research, SPRINGER Edu …
__________
10. ”A New Paradigm in Global Higher Education for Sustainable Development and Human Security”, November, 2021 | BY G.JACOBS, J. RAMANATHAN, R. WOLFF, R.PRICOPIE, P.DOMINICI, A.ZUCCONI, in CADMUS, Vol.IV, 2021.
https://www.cadmusjournal.org/article/volume-4/issue-5/new-paradigm-global-higher-education
————————-
11. ”Controversies on hypercomplexity and on education in the hypertechnological era”
Link to PDF https://www.academia.edu/44785185/Controversies_about_Hypercomplexity_and_Education_cvs_15_11dom
#PeerReviewed
———————
12. ”Communication and the SOCIAL PRODUCTION of Knowledge. A ‘new social contract’ for the ‘society of individuals’
https://academia.edu/resource/work/44804068
#Research #PeerReviewed
—————————
13. ”Education, FakeNews and the Complexity of Democracy”.
“The real problems we are facing today are not the fake news, post-truths, deep fakes, or disinformation of various kinds and origins, but a socially constructed pre-disposition to conformism; in short, the decline of democracy. These are not problems merely of technology and cannot be solved by technology alone” (quote).
—————————
#research #networking #education #RethinkingEducation #complexity #CriticalThinking #cultures #DigitalTransformation #HumanEcosystems #Technology #ParadigmShift #Hypercomplexity #FutureOfEducation #EducationForAll #WAAS2023 #UNESCO #WHEC2022 #InternationalDayOfEducation #TransformingEducation #APHELEIA #UNESCO_BRIDGES #CHAOS_International_Programme
IMMAGINE: Opera di Banksy
Buon lavoro e buona ricerca a tutte/i!